Intervista a Bernardo Bandinelli

Intervista a Bernardo Bandinelli
Abbiamo intervistato l'artista Bernardo Bandinelli per capire il suo percorso artistico e la sua visione dell'arte.

Che tipo di formazione Artistica hai avuto? (Accademia, Autodidatta, ecc.)

Sono autodidatta, se escludo qualche corso di disegno a carboncino (e sono rimasto assai stupito quando ho conosciuto, in occasione di un concorso d’arte, Philippe Daverio, che mi disse, di fronte a due miei disegni: “complimenti per la tecnica. Ha frequentato l’Accademia?”) Dipingere a olio, per ora, è la sfida più impegnativa, in particolare perché i tempi di essiccazione sulla tela sono lunghi e, in caso di correzioni, occorre attendere alcuni giorni… d’altra parte, c’è anche il lato positivo: aggiungere altri toni a colori freschi consente di cambiare proprio sulla tela (senza passare dalla tavolozza).

Quale dovrebbe essere, secondo te, il ruolo dell’artista nella società odierna?

Qualcuno sostiene (già da decenni) che siamo nella società dell’immagine, ovvero il senso della vista è prevalente su ogni altro. Un artista visuale, di certo, è più impattante… ma si potrebbe anche rilevare l’eccessiva quantità di immagini in circolazione. L’artista dovrebbe, se lo desidera, incoraggiare il dialogo e la tolleranza… ma non sempre è gradevole una lettura “ideologica”, altrimenti un artista non è più libero (di scegliere tecnica, soggetto, significato di un’opera).

Qual è la tua visione dell’Arte?

Da sempre l’arte ha la doppia valenza: creazione ex novo o imitazione in senso deteriore? Per me, che preferisco l’arte figurativa, l’arte è una sintesi o rielaborazione personale di figure esistenti. In effetti, tanti miei quadri sono tratti da rilavorazioni di altre opere, in particolare fotografie, meglio se in bianco e nero, così mi lascio la scelta dei colori.

Quale tecnica artistica ti offre maggiore soddisfazione e riesce ad esprimere la tua creatività?

Se ho voglia di disegnare, utilizzo il carboncino, ma anche la penna (per schizzi veloci, per esempio in treno o a un museo). Se dipingo su tela, mi piacciono i colori a olio, che risultano molto luminosi e vividi.

Hai collaborazioni con gallerie d’arte o curatori esperti del settore?

Sto provando a intessere dei rapporti di collaborazione, ma il fatto di essere fiorentino può essere un’arma a doppio taglio: alcune gallerie promuovono solo artisti già molto noti, per essere sicuri di concludere una vendita, a discapito dei nomi meno famosi. Al momento, sono in contatto con la galleria Gigarte di Viareggio, ma spero di allargare il numero e i luoghi di esperti: ognuno ti lascia qualcosa di personale, sia sull’opera, sia su un’opportunità in più di farsi conoscere.

Quali pensi siano i canali migliori per vendere le tue opere?

Il Covid ha ridotto in misura drastica le occasioni di mostre in presenza, per cui al momento pare Internet lo strumento migliore… in qualche caso mi han proposto mostre online, ma una fotografia riduce sempre troppo l’attrattività di un quadro, per cui al momento sto scartando questo tipo di promozione.

Hai nuove idee per quanto riguarda la tua produzione artistica?

A volte l’idea migliore nasce da un libro, spesso di immagini, o da una rivista, ma anche la possibilità di scattare tante fotografie, un po’ ovunque, col telefono cellulare, fissa un’inquadratura che può fungere da spunto per un’opera (altrimenti, è inevitabile che un ricordo resti, ma sfocato nella memoria). Altre volte, i concorsi (pubblici o privati) danno un input per realizzare qualcosa a cui non avresti mai pensato: la decorazione di una serranda in stile street art, la pittura di una mattonella in cemento per una specie di affresco orizzontale, la creazione di un bozzetto tridimensionale per un’installazione.

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